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michelemarconi1974
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Il deficit o l’eccesso di ormoni tiroidei nell’organismo può rendere molto irritabili, ansiosi ed agitati. È possibile anche avvertire tristezza costante e depressione, perché si alterano i livelli di serotonina nel cervello.
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Cercate invece di provare a canalizzare queste emozioni, riconoscendole, innanzitutto, e comprendendole in seguito.
Un esercizio fisico leggero, ma quotidiano, genera cambiamenti positivi nel cervello: libera endorfine, genera calma e ossigena il cervello.
Trovare un sostegno quotidiano è una potente radice che nutre la nostra capacità di resilienza.
Concedersi una giornata o un paio di ore di solitudine per ritrovare il contatto con noi stessi, con i nostri pensieri e i nostri bisogni è una strategia che ci aiuta a gestire meglio il nostro mondo interiore.
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La solitudine, se ben gestita, rende più forti.
“Tutte le cose grandi e preziose sono solitarie”. -John Steinbeck-
Molte volte arriviamo a un punto in cui non siamo in grado di distinguere dove termina la nostra sfera personale e dove invece comincia quella degli altri.
In qualche modo, anche la solitudine richiede silenzio.
Stare da soli per diversi giorni genera un effetto di sensibilizzazione; cominciamo cioè a renderci conto di idee e sentimenti di cui prima non eravamo consapevoli.
Quando torniamo alla nostra vita normale, notiamo che siamo in grado di imparare e memorizzare più facilmente.
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l’azione precede la motivazione
L’obiettivo sarebbe che la persona, tramite l’azione, verifichi l’esistenza di un’infinità di persone, situazioni, luoghi, momenti, esperienze che possano rinnovare l’entusiasmo per la vita e restituirle la felicità.
Rendersi conto che attivarsi è il segreto per migliorare emotivamente è importantissimo
l’obiettivo è programmare ogni giorno attività realistiche e rinvigorenti, che la persona si senta in grado di portare a termine
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Le persone che ci fanno stare bene sono quelle con le quali possiamo essere noi stessi senza avere bisogno di nessuna maschera.
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er empatizzare, è sufficiente cominciare ad osservare, mettere da parte il proprio io, il proprio punto di vista ed iniziare a guardare il mondo con occhi diversi.
L’allenamento più divertente è l’osservazione: sul treno, in aereo, in coda alla posta, ecc…divertiti ad osservare le espressioni facciali delle persone che hai intorno
La prima regola da applicare per mostrare empatia al proprio interlocutore è ascoltare
Un altro sforzo che dobbiamo mettere in pratica riguarda la capacità di restare calmi anche se quello che ci dice non ci trova d’accordo.
Il terzo punto su cui possiamo lavorare è la capacità di raccogliere i segnali che la persona che ci sta davanti ci manda.
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In tutte le coppie ed in tutte le relazioni fra due persone sorgono sempre dei conflitti.
Quando il nostro partner inizia ad essere il centro del nostro tutto, quando sviluppiamo tale dipendenza che non ci permette di seguire con la nostra vita in modo normale, vuol dire che ci troviamo di fronte ad un vero e proprio problema.
Quello che sta accadendo nella vostra mente è questo: vi state legando a qualcuno, ad una relazione che non vi sta facendo per niente bene.
Imparate a stare soli e riconciliatevi con la solitudine
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In generale, sono gli abbracci, i baci e le carezze ad aumentare rapidamente la presenza di questo ormone.
Abbracciare, accarezzare e baciare è qualcosa che possiamo fare anche con amici, familiari e perfino animali.
Le parole sono una potente arma per sentirci bene e far sentir bene gli altri.
Ascoltare è un modo incredibile di aumentare l’ossitocina.
La meditazione rilassa corpo e mente, permettendo a quest’ultima di liberarsi dello stress.
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Chi possiede tale dinamismo interiore deve fare un grande sforzo per mantenere la calma e concentrarsi su ciò che prova nell’istante presente.
Dovete dire a voi stessi “io controllo quello che penso”. In questo modo, adotterete un atteggiamento più attivo e vantaggioso.
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È dimostrato, ad esempio, che la depressione e l’inibizione sociale sono fattori che possono aumentare il rischio di mortalità per sindrome coronarica acuta.
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Stare bene con se stessi è l'arte di fare della propria identità il proprio percorso,
Quel tipo di persona che non punta a piacere a tutti, ma a essere valorizzata e accolta per com’è, per l’essenza che la definisce.
Stare bene con se stessi richiede tempo, ma quando ci riusciamo tutto cambia e lo stesso peso sembra meno gravoso.
Perché per stare bene con se stessi bisogna conquistare altri territori, altri scenari nascosti e per scoprirli non sempre abbiamo a disposizione gli strumenti migliori.
Ogni successo o errore commesso dipende solo dalla propria persona. Per stare bene con se stessi, bisogna dunque essere capaci di riconoscere il proprio valore;  fin dove possiamo arrivare, quali sono i nostri punti di forza e i nostri limiti.
Per stare bene con se stessi, bisogna dare voce alle proprie passioni.
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Questo genera in loro moltissima ansia e anche se non si riconoscono in essi e li considerano fastidiosi, ci credono.
È per questo motivo che diventa necessario esporre il paziente allo stimolo che crede che possa arrecargli un danno, persino alle sue ossessioni, così che possa verificare da sé, senza ricorrere alla neutralizzazione, che quello che teme non si verifica mai.
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Questi individui hanno dentro di sé una criticità più generale verso l’esterno, sono già per così dire “carichi”, arrabbiati, irritati, insoddisfatti, sospettosi, “a priori”.
Più in generale l’atteggiamento ipercritico nasconde in fondo una grande insoddisfazione per la propria vita.
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Quando una persona non sta bene con se stessa, respinge, si nasconde o si nega alle critiche che fanno gli altri.
persona che critica non critica la persona ma l'immagine che ha di lei
Così che sempre bisogna relativizzare e pensare che non c'è miglior modo d'imparare che chiedere (e ascoltare) l'opinione degli altri.
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La tua autostima è genuina? psicologo.torino.it

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Non puoi sopportare le critiche perchè le prendi come un attacco personale